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Reclami

Guide su Come Fare Reclami

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Reclamo Fineco – Modulo Word e PDF Editabile

Aggiornato il 15 Settembre 2025

In questa guida spieghiamo come fare un reclamo Fineco e proponiamo un modulo reclamo Fineco Word e PDF da scaricare.

Indice

  • Come Fare un Reclamo Fineco
  • Modulo Reclamo Fineco Word e PDF Editabile

Come Fare un Reclamo Fineco

Partiamo dai casi più frequenti. Le controversie con una banca possono nascere per motivi diversi: addebiti su carta non riconosciuti, problemi su bonifici o addebiti diretti SEPA, tassi e condizioni applicati in modo difforme dal contratto, ordini di investimento non eseguiti oppure eseguiti in modo ritenuto scorretto, e perfino questioni legate alla distribuzione di prodotti assicurativi. Tutto questo rientra nelle macro-aree coperte dai reclami bancari: servizi bancari e finanziari, servizi di pagamento, servizi di investimento e prodotti assicurativi collocati dalla banca. Fineco dedica una pagina ufficiale proprio a “Reclami, ricorsi e conciliazione”, dove spiega canali, tempi e alternative stragiudiziali; è il riferimento da tenere a portata di mano mentre compili la tua istanza.

Se il tuo problema riguarda movimenti sulla carta, la prima mossa non è un reclamo ma la messa in sicurezza dello strumento. Fineco permette di sospendere temporaneamente la carta direttamente dall’app (“Sospendi carta”) o dall’area riservata nella sezione “My Cards”, così da bloccare subito tutte le funzioni; per trasformare quella sospensione in un blocco definitivo devi contattare il Customer Care, operativo 24 ore su 24, ai numeri 800 52 52 52 dall’Italia oppure +39 02 2899 2899 dall’estero o da cellulare. Bloccare subito limita il danno e tutela il tuo diritto al rimborso per operazioni non autorizzate.

Per aprire un reclamo vero e proprio con Fineco puoi muoverti in due modi. Il primo è partire dal canale “Assistenza/Contattaci” dentro l’home banking: descrivi il problema in modo chiaro, allega documenti o schermate e verifica che i contatti siano aggiornati così da essere richiamato da un operatore. Il secondo, più formale, è inviare un reclamo scritto all’Ufficio Reclami, indicando dati identificativi, numero di conto, fatti e date, norme o condizioni contrattuali che ritieni violate e ciò che chiedi (rimborso, ricalcolo, esecuzione di un ordine). La banca indica come recapiti: FinecoBank S.p.A. – Direzione Generale – Ufficio Reclami, Piazza Durante 11, 20131 Milano; mail helpdesk@finecobank.com, PEC finecobankspa.pec@pec.finecobank.com. Vale sempre la pena usare la PEC se ne hai una, perché certifica data e contenuto dell’invio.

Sui tempi di risposta la regola non è unica, dipende dalla materia. Per i reclami su servizi bancari e finanziari in generale (esempio: conto, mutuo, prestito) Fineco dichiara un tempo massimo di 60 giorni, per l’investment banking e i servizi di investimento il limite è sempre 60 giorni, mentre per i prodotti assicurativi collocati dalla banca la risposta deve arrivare entro 45 giorni. Se però il reclamo riguarda servizi di pagamento (bonifici, addebiti SDD, carte) la banca deve rispondere entro 15 giorni lavorativi; in situazioni eccezionali la normativa PSD2 consente un’unica risposta interlocutoria con i motivi del ritardo e la data entro cui arriverà il riscontro finale, comunque non oltre 35 giorni lavorativi. Fineco riporta i 15 giorni sulla sua pagina “Reclami”, mentre il tetto dei 35 giorni è la prassi recepita dal sistema sulla scorta della disciplina europea.

Se parliamo di addebiti non riconosciuti, è utile conoscere due pilastri normativi. Il primo è il diritto al rimborso “immediato” delle operazioni non autorizzate: la Banca d’Italia ricorda che il prestatore di servizi di pagamento deve riaccreditare senza indugio e, in ogni caso, al più tardi entro la fine della giornata operativa successiva a quando viene a conoscenza dell’operazione, salvo sospendere solo in caso di “motivato sospetto di frode” e informando la stessa Banca d’Italia. Il cliente, dal canto suo, deve segnalare senza indugio e ha fino a 13 mesi dall’addebito per contestare, purché si attivi prontamente appena scoperta l’anomalia. Il secondo è la “franchigia” massima di 50 euro a carico del cliente per operazioni avvenute prima del blocco in caso di furto o smarrimento dello strumento; se non c’è colpa grave e l’operazione è frutto, per esempio, di clonazione o phishing subdolo, quella franchigia spesso non si applica. Ci sono poi casi particolari come gli addebiti diretti SEPA “regolari” ma contestati nell’importo o perché non comunicati per tempo dal beneficiario. In questo caso la legge ti consente di chiedere il rimborso entro otto settimane quando l’operazione è stata avviata dal beneficiario e l’importo non era noto in anticipo: è una tutela diversa rispetto al disconoscimento per operazioni non autorizzate e conviene esplicitarla nel testo del reclamo quando pertinente.

Vediamo cosa succede se non ricevi risposta nei tempi o la risposta non ti convince. Per le questioni bancarie e di pagamento puoi rivolgerti all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) dopo aver presentato il reclamo e, al più tardi, entro 12 mesi dalla sua presentazione. La procedura si avvia online dal Portale ABF, costa 20 euro che l’intermediario deve rimborsare se vinci anche solo in parte, e non richiede un avvocato. L’ABF può riconoscere somme fino a 200.000 euro e accertare diritti e obblighi anche senza limiti di importo, ad esempio per ottenere documentazione o la cancellazione di un’ipoteca a mutuo estinto.  Se la controversia riguarda servizi e attività di investimento, l’organismo giusto è l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) presso Consob. Anche qui è necessario aver prima presentato reclamo alla banca; il ricorso va depositato entro un anno dalla data del reclamo, la procedura è gratuita e totalmente online, e l’ACF decide sulle violazioni di diligenza, correttezza, trasparenza e informazione. Il limite economico è 500.000 euro per le richieste di risarcimento; le decisioni non sono provvedimenti del giudice ma la percentuale di ottemperanza degli intermediari è storicamente alta.  Per i reclami in ambito assicurativo (polizze distribuite dalla banca) Fineco deve rispondere entro 45 giorni; se non accade o l’esito ti lascia insoddisfatto puoi rivolgerti all’IVASS, che fornisce istruzioni e moduli per la presentazione delle segnalazioni. Tieni presente che IVASS non sostituisce un giudice, ma può attivare verifiche e spesso stimola la soluzione. Anche Fineco, nella sua pagina “Reclami”, rinvia espressamente a IVASS in questi casi. Un inciso importante sulla procedura civile: la mediazione è condizione di procedibilità per molte materie bancarie. Fineco segnala che la condizione si considera assolta anche ricorrendo all’ABF o all’ACF; in alternativa si può utilizzare, tra gli altri, l’Organismo di Conciliazione Bancaria – Conciliatore Bancario Finanziario. È utile saperlo se pensi a un’azione giudiziaria e vuoi evitare passaggi inutili.

Sul piano pratico, un buon reclamo è chiaro, ordinato e provabile. Indica sempre il numero di conto o della carta, data e ora degli eventi, importi contestati, perché ritieni che le condizioni non siano state rispettate e cosa ti aspetti come rimedio (rimborso, riaccredito, riesecuzione, storno di spese, ricalcolo tassi). Allega estratti conto, screenshot, copia della denuncia se parliamo di furto o smarrimento, e qualsiasi comunicazione intercorsa. Se hai usato il canale interno “Assistenza” annota il numero del ticket o la data del contatto; se scrivi via PEC, conserva le ricevute di accettazione e consegna. E quando si tratta di carte o di bonifici partiti a tua insaputa, segnala subito: la legge ti dà fino a 13 mesi, ma “senza indugio” è ciò che preserva meglio i tuoi diritti e rende più lineare il rimborso.

Infine, se la relazione si è incrinata al punto da non voler proseguire, la chiusura del conto è un’opzione. In genere la chiusura è senza penali, nel solco della normativa di trasparenza e delle guide stesse della banca, e puoi anche trasferire servizi di pagamento e saldo verso un altro conto con la procedura di switching. Ricordati che alla data di chiusura la banca liquida interessi e oneri maturati e che la presenza di carte attive o domiciliazioni può allungare i tempi tecnici: pianifica per tempo il rientro di eventuali scoperti e la sostituzione degli addebiti ricorrenti.

In sintesi, il percorso “tipo” è: mettere in sicurezza gli strumenti se c’è un rischio attuale (sospensione dall’app e blocco al Customer Care), formalizzare il reclamo con i canali indicati e pretendere i tempi previsti, valorizzando le tutele specifiche per pagamenti non autorizzati o per addebiti SEPA contestabili; se il riscontro non arriva o non è soddisfacente, scegliere il tavolo giusto tra ABF, ACF e IVASS in base alla materia, ricordando i termini di 12 mesi o un anno dal reclamo e i limiti economici dove previsti. Con una cronologia ben documentata e le norme dalla tua, le probabilità di chiudere positivamente aumentano molto.

Modulo Reclamo Fineco Word e PDF Editabile

Di seguito viene proposto un modulo reclamo Fineco Word e PDF editabile.

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Modulo Reclamo Fineco Word
1 file(s)
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Modulo Reclamo Fineco PDF
1 file(s)

Filed Under: Banche

Luca Bruno

About Luca Bruno

Luca Bruno è un apprezzato divulgatore e esperto nel campo del diritto dei consumatori, con una passione per l'educare e l'informare. Forte di una formazione giuridica e di anni di esperienza nel settore, Luca ha sviluppato un'approfondita conoscenza delle sfide che i consumatori affrontano quotidianamente, dai piccoli disguidi agli intricati problemi legati ai reclami.

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